Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica
Il sito, denominato “Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica” è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2005, nel corso della 29a riunione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO tenutasi a Durban (Sudafrica), dal 10 al 18 luglio.
DESCRIZIONE
Il sito comprende due zone differenti, risalenti l’una all’epoca preistorica, l’altra a quella ellenistica: la Necropoli di Pantalica, situata vicino a delle cave a cielo aperto, che contiene più di 5.000 tombe rupestri, molte delle quali da datarsi tra i secoli XIII e VII a.C., e l’antica Siracusa, che include Ortigia, il primo nucleo di questa città fondata dai coloni greci arrivati da Corinto nell’ottavo secolo a.C.
La Necropoli di Pantalica, ubicata su un altopiano a 424 m. s.l.m. tra i comuni di Cassaro, Sortino e Ferla, in provincia di Siracusa, contenente più di 5.000 tombe scavate nella roccia, la maggior parte delle quali databili nel lungo arco temporale che separa l’età del bronzo dall’età del ferro, tra il XIII e l’VIII secolo a.C. In uno dei punti più elevati dell’area si conservano i resti dell’unica costruzione in pietra presente nella zona: il cosiddetto Anaktoron (“Palazzo del principe”), risalente al XII-XI secolo a.C., la cui datazione ha fatto ipotizzare che l’insediamento di Pantalica fosse stato in età pregreca una stanziamento autoctono, espressione della civiltà sicula indigena. Dopo l’abbandono del sito, causato verosimilmente dal rapido sviluppo della vicina città di Siracusa in epoca greca, un successivo stanziamento di popolazione in quest’area lo si ebbe durante il dominio bizantino della Sicilia (VI-IX sec. d.C.), durante il quale il complesso delle necropoli venne ripopolato e riutilizzato per la formazione di villaggi rupestri, come attestano alcune tombe ampliate e riattate ad uso abitativo, e soprattutto la presenza di diversi luoghi di culto scavati nella roccia (oratori rupestri di San Micidiario e di San Nicolicchio, Grotta del Crocifisso).
Il centro storico di Siracusa, che comprende il nucleo di fondazione della città (l’isolotto di Ortigia, risalente all’VIII secolo a.C., con una serie di emergenze archeologiche distribuite su tutta l’area urbana, il Castello Maniace, rilevante complesso fortificato di età sveva, e la cattedrale (risultante dalla trasformazione, dal VII secolo d.C. in poi, del Tempio di Atena, risalente al V secolo a.C.), nonché l’area dell’espansione più tarda della Neapolis, comprendente invece il parco archeologico con il teatro greco, l’Ara di Ierone II di Siracusa, l’anfiteatro romano e le cave di pietra, dette “Latomie” (dal greco latomíai, composto da lâs, pietra, e tomíai, taglio, con il significato di cava di pietra). A queste si aggiungono la zona di Scala Greca, con le recenti scoperte archeologiche in un’area ben delimitata; il Castello Eurialo e le Fortificazioni di Dioniso, complesso di difesa costruita tra il 402 e il 397 a.C. il cui piano è stato elaborato da Archimede; infine, gli antichi resti di Thapsos, Acradina e Tyche.