PONTE DELL'AMMIRAGLIO
DESCRIZIONE
Il Ponte dell’Ammiraglio, edificato sotto Ruggero II (1130-1154), è una importante testimonianza di architettura civile di età normanna. Allo stesso tempo è anche uno dei massimi prodotti d’ingegneria medievale in area mediterranea.
Il ponte è interamente costruito in pietra da taglio, notevole per le dimensioni, straordinarie per l’epoca, e deve il suo nome al fondatore Giorgio di Antiochia, ammiraglio del regno al servizio del re Ruggero II dal 1125 e fondatore della chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio.
Il ponte - che in origine attraversava il fiume Oreto - fu eretto fuori dalla cinta muraria della città normanna, in prossimità della porta di Termini. Nel 1938, a causa dei continui straripamenti, il corso del fiume venne definitivamente deviato lasciando il ponte all’asciutto. Oggi l’alveo originale è sostituito da un giardino.
La costruzione, parzialmente interrata, è circoscritta in un’area recintata, circa tre metri sotto l’attuale piano stradale. Presenta una configurazione a “schiena d’asino”, con due rampe simmetriche rette da sette campate ad arco ogivale e ghiere a rincasso. Le arcate sono scandite da sei massicci piloni dotati a loro volta di aperture a sesto acuto in modo da ridurre la spinta del fiume in piena.
L’intera struttura è realizzata in conci regolari di calcarenite e richiama, per tecnica costruttiva e morfologica, una tipologia diffusa in area maghrebina e presente in Sicilia in altri ponti similari di età medievale ancora oggi esistenti.
Sul Ponte dell’Ammiraglio, il 27 maggio dellʼanno 1860, le truppe garibaldine provenienti da Gibilrossa si scontrarono con le armate borboniche, che dovevano impedire l’accesso dei Mille in città.
Lo scontro passò alla storia come la famosa “Battaglia di Ponte dell’Ammiraglio”.