CHIESA DI SANTA MARIA DELL'AMMIRAGLIO
DESCRIZIONE
Santa Maria dell’Ammiraglio è di certo il monumento più bizantino, seppure presenti elementi prettamente islamici.
La chiesa venne edificata prima del 1143 da Giorgio d’Antiochia (morto nel 1151), Grande Ammiraglio del Regno di Sicilia sotto Ruggero II.
La parte originaria è a pianta a croce inscritta triabsidata, coperta da una cupola centrale su tamburo ottagonale, retto da quattro colonne collegate da archi. I bracci della croce sono coperti da volte a botte, e le quattro campate angolari quadrate da volte a crociera. In origine si accedeva alla chiesa da un portico e dal campanile, visibile ancora oggi, che presenta due ordini inferiori ornati da tarsie in pietra lavica con poligoni stellati di derivazione islamica, e due ordini superiori arricchiti da numerose colonnine che creano un delicato effetto di chiaroscuri. L’interno della chiesa antica è decorato da mosaici di squisita fattura: il ciclo pittorico (realizzato tra il 1143 e il 1148) è uno dei migliori esempi di mosaico bizantino realizzato sotto la dinastia regnante dei Comneni di Bisanzio.
Nella sommità della cupola, il Cristo Pantocratore, circondato da quattro angeli in adorazione.
Alla base della cupola si trova un fregio in legno di abete con dipinta un’iscrizione in arabo,
la lingua madre del committente dell’opera, che reca un inno della liturgia bizantina. Il tamburo ospita gli otto Profeti e, nelle nicchie angolari, i quattro Evangelisti. Il resto della decorazione celebra la Vergine, alla quale la chiesa è dedicata. I due pannelli a mosaico che raffigurano Giorgio di Antiochia ai piedi della Vergine e Ruggero II incoronato da Cristo, in origine erano situati nel portico esterno della chiesa, distrutto nel 1588, mentre agli ultimi decenni del ‘600 risale, invece, l’abbattimento dell’abside centrale, sostituita dall’attuale cappellone quadrato con cupola.
Il pregevole pavimento in opus sectile, molto ben conservato, rispecchia fedelmente modelli bizantini, seppure denoti influenze islamiche.
La chiesa, restaurata tra il 1870 e il 1873 da Giuseppe Patricolo, è oggi intitolata a San Nicolò dei Greci, sede della concattedrale dell’Eparchia di Piana degli Albanesi e punto di riferimento della comunità di fedeli di rito greco-ortodosso.